Sei giorni dentro il Sole.

di Lucia Colognese, Mario Gatti e Silvia Masetti

Lunedì 1 Marzo, ore 8.30: la nostra partenza dal piazzale della scuola, in mezzo a decine di altri studenti che stanno per imbarcarsi alla volta della Scozia (e relativi genitori che salutano, fanno le ultime raccomandazioni, forse qualcuno è un po’ ansioso e preoccupato e non lo nasconde), non potrebbe avvenire in modo migliore. Già alto, in un cielo perfettamente sereno e quasi blu da tanto è azzurro, splende un Sole forte, caldo, che spazza via la nebbia che fino a poco prima avvolgeva tutto, tanto che sembrava di stare dentro una bottiglia di orzata. Certo che per chi dovrà passare una settimana ad osservarlo, la sua presenza così forte sembra proprio di buon auspicio. Pensiamo che forse pretenderemmo un po’ troppo se per tutto il tempo che passeremo via di qui le cose andassero in questo modo ma si sa, un po’ di ottimismo non guasta mai. E allora pronti, si parte.

Poco più di un’ora di viaggio ed eccoci a destinazione. Il Sole ci ha seguito senza fare nessuna fatica (tanto siamo vicini a casa) e ci accoglie come lo avevamo lasciato, forte e caldo come il caffè del mattino. Mario fa un salto veloce in Specola per avvisare che siamo arrivati ed il direttore dell’Osservatorio, l’Ing. Sergio Cortesi (d’ora in poi Sergio), ci accompagna all’IRSOL, l’Istituto di Ricerche Solari di Locarno, dove alloggeremo, mangeremo, dormiremo ed in pratica vivremo quasi isolati dal resto del mondo per una settimana. Ah già … faremo anche delle osservazioni del Sole speciali. Molto speciali, qui.

All’IRSOL ci accolgono i ricercatori, Dott. Michele Bianda e Dott. Renzo Ramelli (d’ora in poi Michele e Renzo), la Segretaria Signora Katia e la nostra “padrona di casa”, la simpaticissima Signora Annelise Alge, che vive al secondo piano dell’edificio che ospita gli uffici dell’Osservatorio più le stanze e la casa degli ospiti. Di solito di qui passano personaggi importanti, gente che lavora nelle Università, nei centri di ricerca e negli Osservatori più famosi del mondo, da Kitt Peak alle Isole Canarie, da Cerro Tololo alle Isole Hawaii (Mauna Loa) e per tutti questo è quasi sempre un passaggio obbligato nella loro attività, visto che qui si fa una ricerca veramente “di punta” nel campo della Fisica Solare. Ci sentiamo un po’ intimoriti a varcare una soglia del genere, ma poi ci accorgiamo subito che siamo come in una famiglia, vista le gentilezza e la disponibilità con la quale veniamo accolti.

Giusto il tempo di scaricare armi e bagagli e poi giù di nuovo in Specola (i due Osservatori sono separati da qualche decina di metri di dislivello e qualche centinaio di metri di strada): non possiamo perdere tempo, si deve iniziare subito a lavorare, se no che alternanza scuola / lavoro sarebbe?

In Specola ci attende il Dott. Marco Cagnotti (Marco) che senza troppi complimenti ci rinchiude (si fa per dire … anche lui è sempre molto gentile e disponibile) in una piccola saletta buia che un tempo ospitava un laboratorio di astronomia ottica ed ora è utilizzata prevalentemente per scopi didattici. Qui Marco ci intrattiene per una buona ora e mezza con una lezione sul Sole, sulla sua struttura, sull’influenza dell’attività solare sul clima terrestre e tante cose ancora. Marco è stato insegnante, sia di Liceo a Locarno che all’Università di Pavia, di professione è giornalista scientifico, quindi ha una grande capacità comunicativa,  dovuta alla sua esperienza di docente ed al suo lavoro attuale. La lezione finisce che è ormai quasi mezzogiorno, e a quest’ora si risale all’IRSOL per il pranzo. Visto che la giornata è buona, anche Michele e Renzo si fermano all’IRSOL (Michele lo fa tutti i giorni infatti pranzeremo sempre con lui anche nei prossimi giorni) e tutti quanti ci sbafiamo una quantità industriale di pasta preparata da Mario (con un bel sugo pronto Star fornito da Lucia … bello sforzo, ma in fondo "star" non vuol dire "stella"? Quindi ci può stare visto dove siamo). Pranzo veloce, perché Renzo e Michele cominciano un tour de force di due giorni per le loro complicate misure e noi torniamo ancora giù in basso, leggi Specola.

Qui, oltre alla collaboratrice Anna Cairati, ci attende Sergio, che è una vera istituzione vivente nel campo dell’osservazione della fotosfera e del conteggio delle macchie solari (lo fa da 53 anni senza interruzione e, detto per chi di queste cose se ne intende, da quando il SIDC ha rilevato il Politecnico di Zurigo nell’elaborazione dei numeri di Wolf lui ha sempre lo stesso coefficiente di riduzione, perennemente pari a 0.61, chiusa la parentesi per addetti ai lavori). Sergio ci porta in cupola e finalmente eccoci davanti ad un vero telescopio solare, un rifrattore Zeiss da 150/2250 f/15 che può proiettare un disco solare di 25 cm. di diametro: ci spiega come orientare il foglio, come tener conto di tanti fattori di possibili imprecisioni o errori e come “pilotare” lo strumento. Alla fine Silvia e Lucia cominciano a fare un po’ di prove, ma ormai la giornata è praticamente finita, il Sole sta tramontando dietro il Gridone e si ritorna all’eremo, dove passeremo la prima di cinque serate all’insegna del preparare la cena, sparecchiare e lavare i piatti ed infine tirare l’ora di andare a dormire … in effetti quassù non c’è molto altro da fare. Quindi c’è chi si fa un giretto su Facebook, chi manda qualche mail, chi in preda ad attacchi di febbre solare (indovinate chi è e vincerete un centesimo) passa in rassegna siti con disegni e foto della stella locale … In casa non c’è la televisione, però c’è Internet, il che forse è molto meglio. Poi tutti a nanna perché domani, almeno secondo il meteo, ci attende una giornata speciale, con tanto Sole.

Previsioni azzeccate in pieno. Chi si è alzato sempre senza fatica prima delle 7 (indovinate e vincerete un’altra monetina) riesce anche a fotografare il Sole che arriva presto da dietro le cime della Val Colla, qualcun altro, o meglio altra, preferisce dormire fino alle 8, ma poi giù dalla branda perché si va a lavorare, siamo qui per questo. La mattina passa veloce, dopo la consueta lezione di Marco i nostri ospiti ci lasciano campo  libero sul telescopio per fare i nostri disegni; così Silvia e Lucia possono fare il loro primo disegno della fotosfera realizzandolo comodamente sedute ed operando in proiezione ( e non facendosi venire il torcicollo ed il mal di testa in osservazione diretta, come facciamo a scuola, ma là non possiamo fare diversamente e non  abbiamo una cupola), mentre Mario, che già di disegni qui ne ha fatti in passato, riesce però finalmente a farne uno con le macchie, visto che è stato ospite della Specola nello scorso Agosto, quando per tutto il mese nessuna macchia è stata osservata sul Sole, non solo da lui ma proprio da nessuno: non accadeva da oltre 100 anni (quando si dice la sfortuna).

Prima di tornare qui nel pomeriggio affinché Lucia e Silvia inizino un lavoro di redazione di alcuni articoli per la rivista “Meridiana”, edita dalla Specola e dalla Società Astronomi Ticinesi, e dopo la consueta spanciata di pasta (questa volta al pesto, sempre fornito da Lucia … lei e Silvia hanno portato roba per una divisione corazzata, non per due persone) in compagnia di Michele e Renzo (che sembrano apprezzare molto la cucina italiana), i nostri due amici ci invitano ad assistere ad una misura di spettropolarimetria utilizzando lo stupendo telescopio dell’IRSOL (un Gregory - Coudé, evacuato, diametro dello specchio primario 45 cm, lunghezza focale totale di 25 m, insomma un mostro, un vero mostro).

Senza entrare troppo in dettagli che oltretutto sarebbero troppo complicati soprattutto per noi, diciamo che il loro lavoro consiste essenzialmente nel risalire indirettamente alle proprietà del campo magnetico del Sole (che è alla base di tutta l’attività della stella) effettuando misure spettrometriche (con uno spettrometro Czerny - Turner, lunghezza focale 10 m, reticolo 180 mm x 360 mm, 300 linee / mm e angolo di incisione 63°) e di polarimetria, con un polarimetro chiamato ZIMPOL (Zurich Imaging Polarimeter). Ecco perché, combinando le due cose, si parla di spettropolarimetria solare. Qui all’IRSOL vengono combinate tre differenti tecniche per compiere le misure: una basata sul cosiddetto spettro secondario della riga H-α, l’altra sull’effetto Hanle e la terza sull’effetto Zeeman. Queste misure vengono effettuate analizzando una per una tutte le righe dello spettro solare operando con varie frequenze oltre all’H-α, come quelle del Calcio, del Sodio o del Ferro. Inoltre l’IRSOL sta portando avanti un programma regolare (sinottico) di osservazioni al lembo in condizioni di Sole quieto (cioè lontano da regioni attive, quindi in prossimità dei poli) per studiare le turbolenze del campo magnetico durante l’attuale minimo di attività. Questo viene svolto determinando, sempre attraverso la spettropolarimetria, delle diavolerie complicatissime chiamate Parametri di Stokes, analizzando righe di diverse lunghezze d’onda, principalmente quella del C2 a 5141 Å. Un lavoro che richiede una precisione ed una pazienza fuori dal comune e che si svolge in una stanza buia piena di strumenti, di monitor e di computer (che Mario ha battezzato la “sala operatoria”) posta di fatto sotto il telescopio. Solo per ricavare i dati necessari nella parte visibile dello spettro è stato impiegato oltre un anno di lavoro. Chiaramente noi ci siamo limitati ad osservare Michele e Renzo mentre “operavano il paziente” e ad ascoltare le loro spiegazioni, ma è stato davvero grandioso anche solo l’assistere ad una osservazione del Sole lontana anni-luce da quelle alle quali siamo abituati noi. Qui siamo davvero su un altro pianeta. Ma la cosa è servita soprattutto per capire quanto impegno, passione e tempo dedicano queste persone alla loro attività, in quello che è considerato uno dei centri migliori al mondo nel campo della spettropolarimetria solare.

A questo punto è inutile continuare  a raccontare le nostre giornate, che sono trascorse sempre più o meno allo stesso modo, con lezioni teoriche ed osservazioni e disegni al mattino, riorganizzazione dei disegni e lavoro sugli articoli al pomeriggio; tranne un giorno in cui è stato quasi impossibile osservare viste le troppe nuvole, quindi Silvia e Lucia ne hanno approfittato per portarsi avanti con i loro articoli per la rivista, che saranno poi completati al nostro ritorno e pubblicati in uno dei prossimi numeri (ovviamente qui non diremo di cosa tratteranno, ma certo di questioni astronomiche, non di ricette di cucina, anche se in questi giorni cucinare è stato necessario oltre che divertente).

Quel giorno in cui il Sole è mancato per colpa delle nuvole e di qualche spruzzata di pioggia però, stando quassù, non ce ne siamo quasi accorti che non ci fosse. Abbiamo vissuto per una settimana  a contatto con ricercatori ed esperti, parlando spesso con loro di questioni legate alla stella, passando da un telescopio all’altro, circondati da splendide fotografie e gigantografie del Sole, dei pianeti e dello spazio appese un po’ dappertutto ai muri (spettacolare una della granulazione fine della fotosfera ottenuta con una risoluzione incredibile), con articoli di riviste specialistiche sparsi ovunque scritti da astrofisici solari di tutto il mondo ( e tutti rigorosamente in inglese); ebbene, anche se quel giorno il Sole non lo abbiamo visto direttamente con gli occhi è come se fossimo riusciti a vederlo lo stesso con gli occhi del pensiero. In qualche modo la sua presenza è stata una costante, indipendentemente dal fatto che lo si vedesse o meno. O se preferite, come ha avuto modo di far notare Lucia, "qui dentro il Sole ti sembra di respirarlo".

Ecco perché ci è sembrato di vivere sei giorni dentro il Sole.

Inutile dire che ringraziamo infinitamente tutti: Marco, Sergio, Anna, Michele e Renzo per la loro cortesia e collaborazione e per averci fatto sentire davvero come uno di loro durante il nostro soggiorno a Locarno.


Fotografie dello Stage: 24 immagini 1024X768 con apertura in un'altra finestra.


Home Page Osservatorio Solare